L’interpretazione dell’ECG comprende una serie di parametri importanti per una decisione clinica informata. Diamo un’occhiata agli aspetti più importanti dell’interpretazione dell’ECG, – dalle distanze sulla carta dell’ECG alle complessità di onde, forme d’onda, segmenti e intervalli. Parleremo anche di come interpretare la durata e i dati sull’asse cardiaco.
Un ruolo importante nell’interpretazione dell’ECG è svolto anche dagli algoritmi automatici. Quando un ECG viene registrato con un apparecchio dotato dell’algoritmo di interpretazione di Glasgow, i dati raccolti vengono elaborati e analizzati dall’algoritmo. L’algoritmo tiene conto di una serie di fattori specifici del paziente, come l’età, il sesso, la razza e la storia clinica, per fornire un’interpretazione più accurata e personalizzata dei risultati dell’ECG.
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La stampa ECG, divisa in riquadri, mostra lo scorrere del tempo durante la misurazione dell’ECG sulla striscia ritmica.
La velocità standard della carta è di 25 mm/s. La striscia ritmica è composta da:
L’attività elettrica del cuore, acquisita dalle derivazioni dell’ECG, è rappresentata sotto forma di onde. Un battito cardiaco (ovvero un ciclo cardiaco) è composto da un certo numero di onde. Per un’interpretazione medica, si considerano le seguenti onde e le loro combinazioni. [3]
Le singole onde dell’ECG sono le seguenti:
Onda R: rispecchia la depolarizzazione della massa principale dei ventricoli.
Onda P: rappresenta la depolarizzazione atriale.
Onda Q: rappresenta la normale depolarizzazione da sinistra a destra del setto interventricolare.
Onda S: indica la depolarizzazione finale dei ventricoli.
Onda T: rappresenta la ripolarizzazione dei ventricoli.
Onda U: è una piccola deflessione arrotondata che talvolta viene rilevata dopo l’onda T. Rappresenta l’ultima fase della ripolarizzazione ventricolare.
Le onde dell’ECG possono essere unite in varie combinazioni, ognuna delle quali ci fornisce informazioni aggiuntive sul ciclo cardiaco del paziente:
Intervallo PR: il tempo che intercorre tra l’inizio della depolarizzazione atriale e l’inizio della depolarizzazione ventricolare.
Intervallo QT: il tempo che intercorre tra l’inizio della depolarizzazione ventricolare e la fine della ripolarizzazione ventricolare.
Intervallo QRS: il tempo che intercorre tra l’inizio e la fine della depolarizzazione ventricolare.
Segmento ST: il tempo che intercorre tra la fine della depolarizzazione ventricolare e l’inizio della ripolarizzazione ventricolare.
Punto J: punto in cui il complesso QRS e il segmento ST si collegano (importante ad esempio per distinguere un’ischemia cardiaca acuta da una variante normale)
Le onde hanno diverse caratteristiche. [2] Tra queste ci sono:
(Esempio: un’onda P insolitamente lunga può essere un segno di allargamento dell’atrio sinistro). Normale: =< 0,12 s)
(Esempio: un’onda P insolitamente alta può essere un segno di allargamento dell’atrio destro). Normale: < 2,5 mm)
(Esempio: un’onda P invertita può indicare un’origine del ritmo cardiaco diversa dal nodo del seno)
I segmenti sono le linee che collegano le onde:
L’intervallo PR è la somma della durata dell’onda P e del segmento PR
L’intervallo QRS è la durata del complesso QRS
L’intervallo QT è la durata del complesso QRS più il segmento ST più l’onda T
L’Intervallo RR è la durata di tutte le forme d’onda e dei segmenti all’interno di un ciclo cardiaco
Le caratteristiche degli intervalli comprendono:
Nota: Tachicardia e bradicardia non indicano necessariamente una patologia; molto dipende dall’età e dallo stato di salute del paziente.
L’asse cardiaco ci dà un’idea della direzione complessiva dell’attività elettrica e la sua deviazione verso sinistra o verso destra può indicare diverse condizioni. [5]
L’algoritmo di interpretazione dell’ECG di Glasgow, sviluppato dall’Università di Glasgow, nel Regno Unito, rende possibile un’analisi automatica dell’ECG. L’algoritmo è in continuo sviluppo da oltre 30 anni. [6]
È stato adattato per soddisfare le esigenze di diversi pazienti (l’algoritmo tiene conto dell’età, del sesso e della provenienza e confronta l’ECG con i dati storici per arrivare a interpretazioni specifiche). È applicabile sia ai neonati che agli adulti e tiene conto della variazione razziale dell’ampiezza delle onde.
Il programma di interpretazione dell’ECG dell’Università di Glasgow (Uni-G) si basa sull’analisi di derivazioni registrate simultaneamente e acquisite a 500 campioni al secondo. [7]
La prima fase dell’analisi consiste nell’applicare un filtro notch a 50 Hz o 60 Hz per rimuovere le interferenze dei tremori muscolari. Poi, controlla se ci sono errori nella registrazione di una delle derivazioni. Se sono presenti, sostituisce quella parte della registrazione con un valore continuo, oppure la traccia può essere impostata come non disponibile se troppo rumorosa.
Successivamente, il programma identifica il complesso QRS e ne determina il tipo. In parole povere, questo avvieneconfrontando il primo complesso delladerivazione I con il secondo complessodella stessa derivazione e poiconfrontando tutti i complessi diquesta derivazione. Il processo viene poi ripetuto per altre quattro derivazioni, poiché di solitosolo una o due derivazioni mostranoaberrazioni nella conduzionedel complesso.
Una procedura di selezione dei complessi decide poi quale battito cardiaco sarà selezionata per la media e la successiva interpretazione.
Mentre altri prodotti utilizzano solo parametri quali l’età e il sesso in misura limitata, l’Algoritmo di Glasgow utilizza variabili più significative dal punto di vista clinico. Si tratta di sesso, età, provenienza e anamnesi clinica. Questo è fondamentale perché i modelli di ECG di pazienti di varie età e di diverse origini etniche possono variare notevolmente.
Le interpretazioni aiutano ad analizzare le misurazioni del QTC e a valutare il rischio cardiaco.
L’algoritmo è molto efficace nell’interpretazione e nell’allerta in caso di STEMI (infarto miocardico con elevazione del segmento ST).
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