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Condizioni frequentemente diagnosticate con la spirometria


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FUNZIONALITÀ POLMONARE NORMALE

Un normale grafico flusso-volume della funzionalità polmonare presenta le seguenti caratteristiche:

  • un rapido aumento della portata massima
  • una caduta quasi lineare del flusso

CONDUZIONI OSTRUTTIVE

Le condizioni ostruttive sono caratterizzate da una riduzione del flusso d’aria (la velocità con cui puoi inspirare ed espirare). [11] [21]

L’ostruzione è caratterizzato da: [11] [22] [4]

  • VC normale o ridotta
  • FVC normale o ridotta
  • FEV1 fortemente ridotto (a causa della resistenza delle vie aeree durante l’espirazione)
  • rapporto FEV1/FVC fortemente ridotto
  • circuito flusso-volume concavo
  • polmoni anormalmente ingrossati (iperinflazione)

Asma

L’asma provoca problemi respiratori di vario tipo a causa dell’infiammazione e del restringimento dei muscoli intorno alle vie aeree, che limitano il flusso d’aria. È una delle malattie polmonari croniche non contagiose più comuni nelle persone di tutte le età. [4] [7] [23]

SINTOMI

I sintomi più comuni dell’asma sono:

  • respiro affannoso (un fischio durante la respirazione),
  • mancanza di respiro (dispnea),
  • oppressione toracica (può sembrare di avere una fascia stretta intorno al petto),
  • tosse.

A volte l’asma può peggiorare per un certo periodo di tempo (da pochi minuti a giorni). Questo fenomeno è chiamato attacco d’asma. Oltre al respiro sibilante e alla tosse persistente, gli attacchi d’asma possono causare:

  • mancanza di respiro costante (che influisce sull’alimentazione e sul sonno),
  • respirazione veloce,
  • battito cardiaco,
  • accelerato,
  • esaurimento,
  • vertigini,
  • labbra o dita blu, svenimento.

CAUSE

L’asma insorge spesso durante l’infanzia, quando il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo. Può derivare da molti fattori di rischio (allergeni nell’ambiente, infezioni virali, storia familiare, razza o etnia, sesso). I fattori di rischio possono combinarsi tra loro.

L’asma può comparire anche in età avanzata, ad esempio a causa dell’obesità o di rischi professionali (esposizione a polveri industriali o sostanze chimiche).

Gli attacchi d’asma sono causati da fattori scatenanti:

  • fattori ambientali (allergeni),
  • caldo o freddo estremo,
  • stress,
  • esercizio fisico,

o qualsiasi combinazione di essi.

METODI DIAGNOSTICI

I principali test utilizzati per diagnosticare l’asma sono:

  • Test allergologici
  • Test di imaging (radiografia del torace)
  • Spirometria:
  1. Test del flusso di picco: Il test misura la velocità di espirazione del paziente. Può essere effettuato con il misuratore di picco di flusso o con uno spirometro. Il punteggio può indicare se le vie aeree sono ristrette. [27]
  2. Test di provocazione con metacolina (test di broncoprovocazione) o test di provocazione con istamina: L’asma è caratterizzata da un’iperreattività delle vie aeree a determinate sostanze come gli allergeni. In questo test, la funzione polmonare di base del paziente (FEV1) viene prima stabilita con la spirometria. Successivamente, il paziente inala alcune sostanze allergeniche (“provocazione”). L’asma può essere indicata da un calo significativo del FEV1.
L’asma secondo le linee guida ERS

Le linee guida ERS [28] definiscono l’asma come una combinazione di sintomi tipici (dispnea, tosse, respiro sibilante, oppressione toracica) e la dimostrazione oggettiva di un’eccessiva fluttuazione del calibro delle vie aeree con almeno uno dei seguenti risultati:

1. Variabilità del picco di flusso ≥20% o variazione spontanea del FEV1 ≥12% e 200 ml

2. Reversibilità dopo l’inalazione di broncodilatatori con un miglioramento del FEV1 ≥12% e 200 ml

3. Iperreattività delle vie aeree: PC20-M (o H) <8 mg/ml (o 16 mg/ml in pazienti trattati con corticosteroidi per via inalatoria), PD mannitolo < 625 mg o calo FEV1 ≥10% dopo l’esercizio fisico

  • PC20-H: concentrazione di provocazione che causa un calo del 20% del FEV1 con istamina
  • PC20-M: concentrazione di provocazione che causa un calo del 20% del FEV1 con metacolina
  • PD: dose provocativa

4. Miglioramento del FEV1 ≥12% e 200 ml dopo un ciclo di 2 settimane di corticosteroidi orali o un ciclo di 4-6 settimane di corticosteroidi inalatori

TRATTAMENTO

Ad oggi non esiste una cura per l’asma, ma il trattamento può aiutare a controllare i sintomi. Di solito il paziente crea un piano di trattamento individuale con il proprio medico o con l’infermiere specializzato in asma.

Il principale metodo di cura dell’asma è rappresentato dagli inalatori. Gli inalatori prevenienti sono dispositivi utilizzati per ridurre l’infiammazione e la sensibilità delle vie aeree; vanno usati tutti i giorni, anche se i sintomi non sono presenti. La maggior parte degli asmatici utilizza anche inalatori di sollievo per curare i sintomi quando si manifestano. Nei casi più gravi possono essere necessarie compresse e altri trattamenti. [29] [67]

BPCO

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia polmonare cronica incurabile e progressiva. È la terza causa di morte in tutto il mondo. [30]

La BPCO può portare a una serie di complicazioni, tra cui: [31]

  • Infezioni respiratorie dovute all’indebolimento dell’immunità respiratoria. I pazienti affetti da BPCO sono più suscettibili a raffreddori, polmoniti e influenze. Questo comporta un peggioramento delle difficoltà respiratorie e può portare a un ulteriore danneggaamento del tessuto polmonare.
  • Malattie cardiache. La BPCO può aumentare il rischio cardiovascolare, compreso quello di infarto.
  • Aumenta anche il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni.
  • Ipertensione polmonare: pressione sanguigna elevata nelle arterie che portano il sangue ai polmoni.
  • La BPCO è difficile da gestire e impedisce molte attività a causa delle difficoltà respiratorie. Tutto ciò può contribuire all’insorgere della depressione.

SINTOMI

Il paziente sperimenta problemi respiratori crescenti e una limitazione del flusso d’aria. In molti pazienti la tosse cronica (con o senza produzione di espettorato) può comparire anni prima che il flusso d’aria venga limitato. Altri sintomi includono oppressione toracica, affaticamento e mancanza di respiro cronica e progressiva (dispnea). [31] [32]

È necessario prendere in considerazione le diagnosi differenziali. Ad esempio, il respiro corto e la tosse sono anche sintomi di COVID-19, polmonite o asma.

CAUSE

Il principale fattore di rischio che si può prevenire è il fumo. Altre cause includono l’esposizione ambientale o professionale a sostanze irritanti, caldo o freddo estremo e condizioni genetiche: la carenza di proteina alfa 1-antitripsina (AAT) influisce sulla capacità dell’organismo di produrre questa proteina, che protegge i polmoni. [31]

I fattori scatenanti delle esacerbazioni della BPCO: infezioni virali o batteriche nella metà dei casi e fattori ambientali nell’altra metà.

METODI DIAGNOSTICI

La BPCO viene diagnosticata sulla base di:

  • anamnesi (sviluppo dei sintomi del paziente, fattori di rischio, storia familiare)
  • questionari [35]: Il questionario Modified British Medical Research Council (mMRC) valuta la mancanza di respiro, che va dal grado 0 (mancanza di respiro solo con l’esercizio fisico) al grado 4 (che influisce sulle attività quotidiane, compresa la capacità di uscire di casa). Il Test di Valutazione della BPCO (CAT) valuta l’effetto della BPCO sul funzionamento quotidiano del paziente con un punteggio che va da 0 a 40.
  • spirometria (FEV1/FVC): La spirometria serve a misurare la limitazione del flusso d’aria. È fondamentale per scoprire la BPCO nella sua fase iniziale, cioè prima che compaiano sintomi evidenti. In questo caso, vengono utilizzati dei broncodilatatori (farmaci utilizzati per rilassare i muscoli bronchiali), in modo che l’aria possa passare più facilmente attraverso i polmoni. [33]

La diagnosi ufficiale della BPCO viene formulata sulla base di un FEV1/FVC postbroncodilatatore <0,70; ciò dimostra una limitazione persistente del flusso d’aria. [30]

La BPCO secondo GOLD

Il FEV1/FVC post-broncodilatatore indica la gravità della limitazione del flusso d’aria. Sulla base di ciò, le linee guida della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD) classificano i pazienti in quattro categorie [34]:

FEV1: volume espiratorio forzato in 1 secondo; FVC: capacità vitale forzata.

TRATTAMENTO

Ad oggi non esiste una cura per la BPCO. Nella gestione della BPCO si ricorre a diverse terapie per ridurre i sintomi e la loro gravità, migliorare la qualità della vita e aumentare la tolleranza all’esercizio fisico. Smettere di fumare ed evitare esposizioni ambientali nocive sono fondamentali.

Le cure comprendono:

Inalatori:

  • Gli inalatori broncodilatatori rilassano e allargano le vie aeree. Comprendono le sostanze beta-2 agoniste (per aprire i bronchi) e gli antimuscarinici (per rilassare le vie aeree bloccando gli impulsi nervosi che causano la contrazione dei muscoli delle vie aeree). [36] Gli inalatori broncodilatatori possono essere a breve durata d’azione (utilizzati solo in caso di dispnea) o a lunga durata d’azione (utilizzati in caso di sintomi regolari o esacerbazioni).
  • Nei casi più gravi, vengono utilizzati inalatori steroidei che contengono corticosteroidi che riducono l’infiammazione (gonfiore) delle vie aeree. [37]

Compresse (broncodilatatori; mucolitici – contro il catarro; steroidi; antibiotici)

Riabilitazione polmonare (una combinazione di educazione ed esercizio fisico)

Ossigenoterapia

Operazione:

  • bullectomia: rimozione di una sacca d’aria nei polmoni
  • intervento di riduzione del volume polmonare: rimozione di una sezione polmonare danneggiata in modo che le altre parti possano funzionare meglio
  • trapianto di polmone

La BPCO è una combinazione di diverse condizioni; la bronchite cronica e l’enfisema sono le più importanti. I sintomi sono simili ma colpiscono parti diverse dei polmoni. La bronchite cronica colpisce le vie aeree (i tubi che permettono all’aria di entrare e uscire dai polmoni) mentre l’enfisema colpisce gli alveoli (le sacche d’aria alla fine delle vie aeree), causando la rottura delle loro pareti. Questo crea spazi d’aria più ampi, riducendo la quantità di ossigeno che raggiunge il flusso sanguigno. [7] [38] [39]

Esempio di misurazione spirometrica in un fumatore cronico di lunga data con sospetto di BPCO:

BRONCHITE

La bronchite è un’infiammazione dei bronchi. Questo provoca tosse con muco, dolore al petto, respiro affannoso e mancanza di fiato. Esistono due tipi principali di bronchite: acuta e cronica. [38]

La bronchite cronica è un tipo di BPCO e si sviluppa gradualmente; i sintomi possono variare, ma non scompaiono mai del tutto. L’infiammazione dei bronchi a lungo termine provoca un accumulo di muco nelle vie respiratorie, che blocca ulteriormente i tubi ristretti. Il paziente sviluppa una tosse cronica dovuta al costante tentativo di liberare le vie respiratorie e può anche incorrere in frequenti infezioni batteriche o virali. [33]

La bronchite acuta di solito deriva da infezioni e scompare in una o due settimane. La tosse peggiora di notte o durante lo sforzo fisico.

CAUSE

La bronchite acuta di solito è causata da infezioni respiratorie dovute a batteri e virus: rhinovirus
(raffreddore comune), influenza, virus respiratorio sinciziale (RSV), COVID-19, ecc. Non è contagiosa,
ma i virus e i batteri che la causano lo sono. [40]

La bronchite cronica non è contagiosa. La malattia è legata a una serie di fattori di rischio:

  • fumo (attivo e passivo)
  • età avanzata
  • esposizione ambientale o professionale a fumi e polveri nocive
  • anamnesi familiare di BPCO
  • un precedente di disturbi respiratori (fibrosi cistica, asma, bronchiectasie)
  • malattia da reflusso gastroesofageo (GERD)

METODI DIAGNOSTICI

Nel caso della bronchite acuta, la diagnosi è principalmente clinica (si basa sull’esame fisico e sull’anamnesi piuttosto che su esami di laboratorio o di imaging). [41]

La bronchite cronica viene diagnosticata mediante:

  • spirometria
  • radiografia del torace (per verificare la presenza di insufficienza cardiaca e altre condizioni che contribuiscono alle difficoltà respiratorie)
  • tomografia computerizzata (TC): per un esame dettagliato dei polmoni, soprattutto quando si sospetta una BPCO (enfisema).

I pazienti con bronchite cronica devono essere sottoposti a un test per la BPCO.

TRATTAMENTO

I pazienti colpiti da bronchite acuta di solito non vengono trattati con farmaci. In caso di infezioni virali, possono essere prescritti antivirali. Lo stesso vale per gli antibiotici in caso di infezioni batteriche, soprattutto per i pazienti con altre malattie polmonari o con progressione verso la polmonite. [42] [43]

La bronchite cronica non è curabile. L’interruzione dell’esposizione alle sostanze irritanti ne provoca la scomparsa.

Le cure per la bronchite cronica includono:

  • broncodilatatori,
  • ossigenoterapia e
  • steroidi. [33]

ENFISEMA

L’enfisema è una malattia polmonare progressiva e incurabile. Colpisce gli alveoli, il luogo in cui il
sangue e i polmoni scambiano ossigeno e anidride carbonica nel processo di respirazione
. [44]

CAUSE

La causa principale è l’esposizione prolungata al fumo di sigaretta. A questo seguono gli inquinanti ambientali (ad esempio l’inquinamento atmosferico, le sostanze chimiche industriali). La carenza a livello genetico dell’alfa-1 antitripsina (AAT – una proteina che aiuta a proteggere i polmoni dalle infiammazioni e dalle infezioni) può rendere il paziente più suscettibile ai fattori ambientali; questo aumenta il rischio di enfisema e BPCO.

SINTOMI

  • Mancanza di respiro: Il sintomo principale. In un primo momento si manifesta solo con lo sforzo, ma con il progredire della malattia può comportare difficoltà di respirazione a riposo.
  • Tosse: Molti pazienti affetti da enfisema soffrono anche di bronchite cronica e quindi di tosse cronica. [45]
  • Respiro affannoso
  • Torace a botte Può svilupparsi a causa dell’aumento del volume polmonare e di un eccessivo gonfiaggio dei polmoni.
  • Perdita di peso: Dovuta allo sforzo respiratorio e alla riduzione dell’appetito negli stadi avanzati.

METODI DIAGNOSTICI

Esame fisico e valutazione dell’anamnesi (sintomi, storia familiare, storia di fumo, esposizione a sostanze irritanti ambientali)

Spirometria: Mostrerà una riduzione di FEV1 (più grave che nella bronchite cronica), FVC e FEV1/FVC.

Studi di imaging

  • Radiografie del torace: per escludere altre patologie, in particolare quelle cardiologiche;
  • tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRTC): per una valutazione precisa dei cambiamenti strutturali associati all’enfisema, ad esempio iperinflazioni e bolle d’aria.

TRATTAMENTO

  • Farmaci: broncodilatatori (per rilassare le vie aeree); steroidi (in caso di infiammazioni); antibiotici (per combattere le infezioni respiratorie, ad esempio polmonite, influenza o bronchite acuta)
  • Vaccini: sono consigliate le vaccinazioni contro l’influenza e la polmonite.
  • Riabilitazione polmonare: unisce la formazione (alimentazione, tecniche di respirazione, aiuto per smettere di fumare) all’esercizio fisico.
  • Ossigenoterapia: nelle fasi successive, anche per l’uso a domicilio
  • Intervento chirurgico: riduzione del volume polmonare, rimozione del tessuto danneggiato
  • Trapianto di polmone
  • Terapia proteica: infusioni di AAT in caso di carenza genetica di AAT

Fibrosi cistica

La fibrosi cistica (FC) è la più frequente malattia autosomica recessiva (cioè trasmessa da genitore a figlio) nella popolazione caucasica. Si manifesta in circa 1 tra 2500 e 3500 nascite. È meno frequente in altri gruppi etnici. [49]

CAUSE

La FC è causata da mutazioni nel gene del regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR). Queste mutazioni influenzano il funzionamento della proteina CFTR, responsabile della regolazione del movimento di sale e acqua all’interno e all’esterno delle cellule. La proteina CFTR difettosa porta alla produzione di muco denso e appiccicoso in vari organi, soprattutto nei polmoni e nell’apparato digerente.

SINTOMI

Di solito si manifestano alla nascita o subito dopo, il più delle volte sotto forma di scarso aumento di peso e infezioni respiratorie.

METODI DIAGNOSTICI

Se la famiglia ha precedenti di fibrosi cistica, si consiglia di effettuare un test del portatore (test del sangue o del collutorio) per il gene difettoso prima della gravidanza. I test per la fibrosi cistica possono essere effettuati anche durante la gravidanza, ma vengono eseguiti solo nei casi con alta probabilità della malattia in quanto comportano dei rischi. La fibrosi cistica può essere diagnosticata anche durante lo screening neonatale (controllo del sangue per verificare la presenza di livelli anomali di alcune sostanze). Se il risultato dello screening è positivo, viene eseguito un test del sudore al cloro. Si tratta di un test definitivo per la fibrosi cistica: livelli elevati di cloro ne indicano la presenza.

È fondamentale che la diagnosi venga fatta il prima possibile; poche settimane dopo la nascita è già troppo tardi per ottenere risultati ottimali.

TRATTAMENTO

Il trattamento farmacogenomico consiste nell’adattare le terapie farmacologiche in base al patrimonio genetico di un individuo. Tuttavia, le diverse mutazioni CFTR hanno un effetto diverso sulla proteina CFTR; ciò significa che questi farmaci possono essere utilizzati solo per trattare i pazienti con determinate mutazioni CFTR. [51]

I trattamenti per la fibrosi cistica si concentrano sulla riduzione del muco, sul miglioramento della digestione e della respirazione, nonché sulla prevenzione e sul trattamento delle infezioni. Si tratta di tecniche di disostruzione delle vie aeree (eliminazione del muco dai polmoni), farmaci (farmaci fluidificanti del muco, antibiotici per le infezioni, farmaci antinfiammatori, integratori di enzimi pancreatici per l’insufficienza pancreatica) e trapianti di polmone.

BRONCHIECTASIE

La bronchiectasia è una condizione cronica progressiva caratterizzata dalla dilatazione irreversibile e dalla cicatrizzazione delle vie aeree, con conseguente accumulo di muco e infezioni respiratorie ricorrenti. (al contrario, condizioni come la BPCO e l’asma sono caratterizzate principalmente da una limitazione del flusso d’aria dovuta all’infiammazione, al restringimento delle vie aeree e ai cambiamenti strutturali dei polmoni).

CAUSE

La bronchiectasia può verificarsi se il tessuto elastico e i muscoli che circondano i bronchi (le vie aeree) vengono danneggiati in modo permanente; di conseguenza, i bronchi si allargano in modo anomalo. Nella metà dei casi, la causa non è nota. [53]

Tra le altre cause ci sono:

  • infezioni polmonari nell’infanzia (morbillo, polmonite grave, tubercolosi, pertosse) in un terzo dei casi
  • immunodeficienza (genetica, HIV)
  • fibrosi cistica
  • anomalie delle cilia (strutture simili a capelli che rivestono le vie aeree dei polmoni), causate da condizioni come la discinesia ciliare primaria (genetica) e la malattia di Young (che colpisce solo i maschi, presumibilmente a causa dell’esposizione al mercurio nell’infanzia)
  • aspirazione (il contenuto dello stomaco passa accidentalmente nei polmoni)
  • aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA): allergia all’aspergillo (un tipo di fungo)
  • infiammazioni in altre aree del corpo (ad esempio a causa del morbo di Crohn, della colite ulcerosa, dell’artrite reumatoide)

SINTOMI

I danni permanenti alle vie aeree dovuti alla bronchiectasia possono portare a: [52]

  • Accumulo di muco e quindi tosse cronica con grandi quantità di espettorato su base giornaliera.
  • Tosse con sangue.
  • Frequenti infezioni respiratorie (polmonite, bronchite).
  • Respiro corto e difficoltà a respirare, soprattutto durante l’attività fisica.
  • Stanchezza persistente e mancanza di energia.
  • Dolore o fastidio al petto, spesso dovuto a tosse o problemi di respirazione.
  • Arrotondamento dei polpastrelli: a causa della ridotta quantità di ossigeno nel sangue, il tessuto sotto l’unghia si ispessisce, dando al polpastrello un aspetto bulboso.

METODI DIAGNOSTICI

La diagnosi prevede una valutazione completa che include un’anamnesi dettagliata, esami del sangue (per verificare la presenza di agenti infettivi – virus, batteri o funghi), esami di imaging (HRCT – per controllare l’ampiezza delle vie aeree), colture dell’espettorato (per verificare la presenza di agenti infettivi), broncoscopia (esame dei polmoni con una telecamera, di solito quando si sospetta un’aspirazione) e spirometria. [54]

TRATTAMENTO

La bronchiectasia causa danni permanenti, ma il trattamento può aiutare a prevenire il peggioramento della malattia. Spesso si tratta di una combinazione di tecniche di pulizia delle vie aeree (rimozione del muco), farmaci (antibiotici, antivirali), vaccinazioni (antinfluenzale; pneumococcica contro la polmonite) e modifiche dello stile di vita (esercizio fisico, idratazione, dieta equilibrata). Gli interventi chirurgici sono rari. [55]

Condizioni restrittive

Le patologie restrittive riducono il volume polmonare, impedendo ai polmoni di espandersi completamente quando il paziente inspira. Si manifestano molto meno frequentemente delle malattie ostruttive. Nella valutazione medica iniziale, la spirometria aiuta a distinguere questi due tipi di condizioni. [56][21]

La restrizione è caratterizzata da: [ [11] [4]

  • una forma normale nel tracciato spirometrico, ma di dimensioni ridotte
  • FVC ridotto
  • rapporto FEV1/FVC da normale ad alto (i polmoni rigidi hanno un contraccolpo elastico che facilita l’espirazione)
  • eventualmente un PEF relativamente alto

Le condizioni polmonari restrittive sono causate da fattori polmonari o non polmonari. Le cause polmonari delle condizioni polmonari restrittive hanno origine all’interno del tessuto polmonare o delle vie aeree (ad esempio, fibrosi polmonare, polmonite). Le cause non polmonari provengono dall’esterno dei polmoni (ad esempio, polmonite da aspirazione).

Pneumonite

Il termine polmonite è un termine generico che indica l’infiammazione del tessuto polmonare. Può anche comprendere la polmonite come infiammazione indotta da un’infezione. Tuttavia, nella pratica medica, il termine “polmonite” viene utilizzato soprattutto per le cause non infettive di infiammazione polmonare. Questa condizione si verifica in genere quando i polmoni sono esposti a una sostanza irritante. Questo provoca un’infiammazione nelle piccole sacche d’aria dei polmoni (alveoli). Ciò ostacola il passaggio dell’ossigeno nel flusso sanguigno. [57] [58]

Se la polmonite non viene individuata o non viene trattata, può peggiorare fino a diventare una polmonite cronica, che può portare alla formazione di cicatrici polmonari (fibrosi polmonare, una condizione potenzialmente letale).

CAUSE

Nella maggior parte dei casi, la causa della polmonite non viene identificata. Le cause più frequenti sono:

  • Farmaci, tra cui alcuni antibiotici, farmaci per la chemioterapia e quelli che regolano il battito cardiaco.
  • Sostanze irritanti trasportate dall’aria. Ciò può accadere in agricoltura (pesticidi, fieno ammuffito) e con l’uso di umidificatori o vasche idromassaggio (dove la muffa può diffondersi sotto forma di nebbia a causa della vaporizzazione).
  • Piume ed escrementi di uccelli (ad esempio negli allevamenti di pollame o di piccioni).
  • Trattamenti con radiazioni, sia sul petto che su tutto il corpo.

SINTOMI

Il sintomo più comune è la mancanza di respiro con tosse secca. A ciò possono aggiungersi affaticamento e perdita di appetito, seguiti da una perdita di peso involontaria.

METODI DIAGNOSTICI

Il primo passo consiste nel verificare se il paziente è stato esposto a sostanze irritanti che possono causare la polmonite. Ciò comporta l’esame dell’anamnesi e un esame fisico. Ulteriori esami possono includere:

  • spirometria per valutare la funzionalità polmonare
  • ossimetria
  • esami del sangue per stabilire il livello dei globuli bianchi
  • TAC o radiografie (per verificare la presenza di infiammazioni o liquidi nei polmoni)
  • broncoscopia, che può comportare una biopsia polmonare (prelievo di un campione di tessuto polmonare) o un BAL (lavaggio broncoalveolare, cioè prelievo di un campione di liquido polmonare)

TRATTAMENTO

Il trattamento migliore consiste nell’evitare la sostanza irritante. A seconda della gravità dell’infiammazione e delle potenziali alterazioni fibrotiche, il trattamento può prevedere:

  • Immunosoppressori,
  • corticosteroidi,
  • riabilitazione polmonare,
  • farmaci antifibrotici,
  • Ossigenoterapia o
  • trapianto di polmone.

Fibrosi polmonare

La fibrosi polmonare provoca la cicatrizzazione dei tessuti interstiziali, ossia delle cellule situate tra i vasi sanguigni e le altre strutture del polmone. Questo causa difficoltà respiratorie. La forma più comune è la fibrosi polmonare idiopatica (IPF), cioè con una causa sconosciuta. [59]

La fibrosi polmonare può portare a una serie di complicazioni, tra cui insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca destra e cancro ai polmoni. [57] Il tasso di sopravvivenza medio è compreso tra i 3 e i 5 anni dal momento della diagnosi. [60]

CAUSE

Nella maggior parte dei casi, la causa della fibrosi polmonare è sconosciuta. Le cause identificabili rientrano in cinque categorie: [62] [59]

  • Indotte da farmaci: farmaci chemioterapici, alcuni antibiotici, alcuni farmaci per il cuore.
  • Indotte da radiazioni: la radioterapia come parte del trattamento del cancro
  • Ambientali: il fumo aumenta la probabilità di contrarre la malattia.
  • Autoimmuni: artrite reumatoide, infezioni virali
  • Professionali: esposizione regolare a sostanze chimiche e altre sostanze nocive (operai metallurgici, parrucchieri, agricoltori, tagliapietre)

SINTOMI

I segni e i sintomi della fibrosi polmonare possono comparire presto o impiegare anni. La dispnea persistente è il problema più comune. Tra i sintomi più comuni vi sono tosse secca, affaticamento, perdita di peso inspiegabile, dolori muscolari e articolari, dita delle mani e dei piedi a forma di clava (a causa dell’insufficiente quantità di ossigeno nel sangue). [61]

DIAGNOSI

La fibrosi polmonare condivide molti sintomi con altre patologie polmonari, che la rendono difficile da diagnosticare. Per farlo si utilizzano i seguenti metodi: [59]

  • Esami del sangue: per escludere altre malattie e monitorare la progressione della malattia.
  • Esami di imaging: un’immagine della cicatrizzazione polmonare può aiutare a confermare la diagnosi.
  • Vengono utilizzate radiografie del torace o TAC.
  • Test di funzionalità polmonare
  • Studio della desaturazione dell’ossigeno: per misurare i livelli di ossigeno nel sangue del paziente durante varie attività.
  • Biopsia polmonare: prelievo di un campione di tessuto polmonare da analizzare.

TRATTAMENTO

Ad oggi non esiste una cura. La maggior parte dei trattamenti per la fibrosi polmonare si concentra sull’attenuazione dei sintomi, sul rallentamento del processo di cicatrizzazione e sul miglioramento della qualità di vita del paziente. [59] [61]

  • Farmaci: antibiotici, corticosteroidi
  • Ventilatore: per le esacerbazioni acute (rapido peggioramento dei sintomi).
  • Ossigenoterapia
  • Riabilitazione polmonare
  • Trapianto di polmone

Sarcoidosi

La sarcoidosi è una malattia multisistemica caratterizzata da una reazione eccessiva del sistema immunitario, che porta a un’infiammazione definita granulomi (noduli di cellule immunitarie che si formano perché il sistema immunitario cerca di respingere le sostanze estranee che non riesce a eliminare). Può comparire in qualsiasi organo, compresi i polmoni, e ne compromette il funzionamento. Può manifestarsi indipendentemente dall’età o dall’etnia. Tuttavia, gli scandinavi (rispetto agli altri caucasici) e gli afroamericani hanno un’incidenza maggiore. Il 70% dei casi si verifica tra i 25 e i 40 anni; un secondo picco sembra essere quello delle donne oltre i 50 anni. [63] [64]

CAUSE

Non si conosce la causa esatta della sarcoidosi. Potrebbe esserci una predisposizione genetica, che potrebbe essere scatenata da fattori ambientali come virus, batteri, sostanze chimiche o polveri. [64]

SINTOMI

I sintomi della sarcoidosi dipendono dall’organo colpito. Se colpisce i polmoni, è caratterizzata da sintomi respiratori, tosse, dolore toracico e dispnea. [63]

METODI DIAGNOSTICI

Se si sospetta la sarcoidosi, viene eseguita una TAC polmonare o una radiografia del torace. A volte si ricorre alla broncoscopia e alla biopsia (prelievo di un campione di tessuto polmonare). [65]

TRATTAMENTO

Spesso la malattia scompare senza trattamento nel giro di quache mese o anno. Gli antidolorifici senza prescrizione medica (ad es. ibuprofene, paracetamolo) vengono utilizzati per gli episodi di dolore. In caso di complicazioni più gravi, si utilizzano pillole di steroidi per alleviare il dolore, ridurre l’infiammazione e prevenire le cicatrici. [65]

E-book: Come eseguire correttamente una SPIROMETRIA