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La misurazione dell’Indice ABI ha finalmente una tariffa di rimborsabilità in Italia a partire da Gennaio 2024


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Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel mondo e l’Italia non fa eccezione: le malattie cardiovascolari rappresentano il 44% di tutti i decessi. [1]

Gli esami preventivi e la scoperta precoce sono vitali per modificare queste statistiche. Il governo italiano ha recentemente compiuto un passo importante verso la lotta alle malattie cardiovascolari a livello nazionale. Ad aprile 2023 ha approvato un decreto definitivo sul rimborso di 12,60 € per ogni misurazione dell’indice caviglia-braccio (ABI) da gennaio 2024 in poi. [2]

L’indice caviglia-braccio (ABI) è un indicatore importante della malattia arteriosa periferica (PAD), una condizione che colpisce le arterie delle estremità, solitamente le gambe. La maggior parte delle persone non manifesta alcun sintomo, quindi la malattia può rimanere inosservata per molti anni e può provocare amputazioni delle gambe, ictus e persino la morte. La misurazione dell’ABI richiede solo pochi minuti, il che la rende un’arma molto importante nella lotta contro la PAD.

Il sistema sanitario italiano è pubblico e rimborsa un certo numero di prestazioni diagnostiche. L’elenco di questi servizi si chiama LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ed è definito dal governo centrale. I servizi possono essere offerti sia da istituzioni sanitarie pubbliche (ospedali o cliniche) sia da istituzioni private che hanno un contratto per fornire questi servizi diagnostici per il sistema pubblico. In questi due casi, gli enti ricevono un rimborso ogni volta che effettuano una prestazione diagnostica dell’elenco LEA.

L’ABI è stato aggiunto all’elenco LEA nel 2017, ma il decreto con i relativi rimborsi non è stato emesso fino ad aprile 2023. Si spera che ciò porti a una maggiore diffusione della misurazione dell’ABI nella sanità pubblica, con rilevamenti più precoci delle arterie bloccate e risultati migliori per i pazienti.